Aline
08.03.2020

La Guinness è un simbolo dell’Irlanda ed è la numero uno al mondo delle birre Stout. Questo prodotto è diffuso in molti altri paesi oltre all’Irlanda: la Guinness, infatti, viene esportata in oltre 150 nazioni. E ogni giorno in tutto il mondo se ne bevono più di dieci milioni di pinte. In origine, tuttavia, la Guinness è nata per caso.

Aline
08.03.2020

La Guinness è un simbolo dell’Irlanda ed è la numero uno al mondo delle birre Stout. Questo prodotto è diffuso in molti altri paesi oltre all’Irlanda: la Guinness, infatti, viene esportata in oltre 150 nazioni. E ogni giorno in tutto il mondo se ne bevono più di dieci milioni di pinte. In origine, tuttavia, la Guinness è nata per caso.

Da una birra Ale alla Stout più amata

Il primo passo verso la creazione della Guinness fu mosso già nel lontano 1759, quando il birraio Arthur Guinness I stipulò un contratto di locazione con la St. James’s Gate Brewery, ai tempi dismessa. Non si trattava di un normale contratto, in quanto la sua durata era di ben 9000 anni.

Inizialmente Arthur Guinness produsse birra Ale. Ben presto, però, cercò di imitare una varietà di birra molto popolare in Inghilterra a quei tempi: la cosiddetta Porter. Fu durante questi esperimenti che infine nacque la Guinness. La ricetta riscosse un successo talmente ampio che nel 1769 venne esportato il primo carico di birra scura. Nel tempo, la tipica combinazione cromatica creata dalla bevanda nera e dalla schiuma superficiale beige ha conquistato tutto il mondo. Ogni giorno, in 150 paesi, si consumano più di dieci milioni di pinte di Guinness. Occorre dunque produrne una grandissima quantità. Soltanto nel birrificio di Dublino, quotidianamente vengono riempite botti e bottiglie per un equivalente di quattro milioni di pinte. Complessivamente, in tutto il mondo ci sono 35 birrifici che producono la Guinness.

Il maggiore mercato della birra Guinness non è costituito dall’Irlanda, bensì dal Regno Unito. Ma naturalmente anche nella patria della Guinness se ne beve a volontà. L’Irlanda rappresenta il secondo maggiore mercato. Anche negli Stati Uniti e in due paesi dell’Africa nera come la Nigeria e il Camerun, la Guinness gode di grande popolarità.

Il segreto del colore scuro

Sin da quando Arthur Guinness I produsse la primissima Guinness, gli ingredienti sono sempre gli stessi: acqua, luppolo, orzo e lievito. L’orzo è di origine irlandese. Viene maltato e tostato, ed è il responsabile della colorazione scura della bevanda. Per essere precisi, la Guinness non è di colore nero, ma rosso rubino. L’orzo tostato conferisce alla birra una tonalità così intensa di rosso rubino da farla sembrare nera nel bicchiere. Un’altra particolarità è che nella produzione della Guinness viene utilizzato più luppolo rispetto alla maggior parte delle altre birre.

L’ingrediente segreto è costituito dal lievito Guinness. Ogni volta, prima del processo di birrificazione, questo lievito viene estratto e riutilizzato per il lotto successivo. E questo sin dagli albori della fabbricazione: di conseguenza, a tutt’oggi in ogni bicchiere si dovrebbero trovare ancora tracce delle colture di lievito della primissima Guinness prodotta.

L’irresistibile schiuma cremosa della birra Guinness

In Irlanda, di solito, tutti i vari tipi di birra vengono spillati rapidamente e i bicchieri vengono riempiti fino all’orlo in modo che non si crei una corona di schiuma. Per la Guinness non funziona così. La Guinness viene spillata con una speciale tecnica irlandese che prevede l’uso di una miscela di gas. Il risultato è l’irresistibile corona di schiuma cremosa. La schiuma, simile per il colore a quella di un cappuccino, è tipica della birra Guinness e ne rappresenta una caratteristica distintiva. In Irlanda la Guinness fa la schiuma persino quando viene bevuta dalla lattina. Questo effetto viene ottenuto tramite lo scoppio di una capsula di plastica che si trova sul fondo della lattina e che fa sì che la birra fluisca come appena spillata. Questa capsula viene chiamata floating widget e viene riempita di azoto durante il confezionamento della birra. Nella capsula è presente un foro sigillato che, all’apertura della lattina, si apre e libera l’azoto per via della variazione di pressione.

Sei fasi da seguire per ottenere la pinta perfetta

Notoriamente per fare le cose bene serve tempo. Per spillare una Guinness servono 119,5 secondi, secondo il calcolo degli esperti. La birra, infatti, viene spillata in due momenti. Manuel Voit della House of Beer di Feldschlösschen illustra le sei fasi da seguire per ottenere la pinta perfetta.


  1. Scegliere il bicchiere giusto: Gli amanti della Guinness preferiscono gustarsi la propria pinta nel bicchiere originale. Non è soltanto una questione di stile, ma anche una garanzia che la corona di schiuma risulti perfettamente cremosa. Il bicchiere Guinness, infatti, si allarga verso l’alto: questo fa sì che una volta che la birra è stata versata si formi una corrente ad anello.
  2. Inclinare di 45 gradi: Tieni il bicchiere inclinato di 45° rispetto alla spina o la bottiglia: questa posizione è fondamentale per una pinta di Guinness perfetta.
  3. Spillare fino a tre quarti: A questo punto spilla la birra fino a quando il bicchiere è pieno per tre quarti, ovvero a metà della scritta Guinness.
  4. Lasciar riposare: Ora lascia riposare per un minuto il bicchiere riempito per tre quarti. In questa fase di riposo, le bollicine di gas composte da azoto e anidride carbonica presenti nella Guinness si depositano. Diversamente dalle altre birre, non salgono verso l’alto, ma finiscono sul fondo del bicchiere.
  5. Riempire: Adesso è il momento di mettere ancora una volta il bicchiere Guinness sotto la spina e di riempirlo finché la densa calotta schiumosa non s’inarchi leggermente oltre il bordo del bicchiere.
  6. Decorare: Verso la fine della spillatura, i professionisti utilizzano il getto per decorare la corona di schiuma con un trifoglio, il simbolo nazionale dell’Irlanda.

La pinta di Guinness perfetta è ora pronta. Slàinte! Questa è la formula che si usa per brindare in Irlanda. La parola «Slàinte» può essere tradotta in italiano con «Salute».

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